Un aforisma e considerazioni sul tema della Patria. Dal libro di Roberto Vannacci “Il mondo al contrario” Cap.VIII “La Patria”. Il capitolo incomincia con una frase di François-Athanase Charette de la Contrie su “La Patria”.
La Patria per François-Athanase Charette de la Contrie
“La nostra Patria sono i nostri villaggi, i nostri altari, le nostre
tombe, tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi.
La nostra Patria è la nostra fede, la nostra terra, il nostro re.
Ma la loro patria, che cos’è? Lo capite voi?
Vogliono distruggere i costumi, l’ordine, la Tradizione.
Allora, che cos’è questa patria che sfida il passato, senza fedeltà,
senz’amore?
Questa patria di disordine e irreligione?
Per loro sembra che la patria non sia che un’idea; per noi è una
terra.
Loro ce l’hanno nel cervello; noi la sentiamo sotto i nostri
piedi, è più solida.
E’ vecchio come il diavolo il loro mondo che dicono nuovo e
che vogliono fondare sull’assenza di Dio…
Si dice che siamo i fautori delle vecchie superstizioni… Fanno
ridere!
Ma di fronte a questi demoni che rinascono di secolo in secolo,
noi siamo la gioventù, signori!
Siamo la gioventù di Dio.
La gioventù della fedeltà”
François-Athanase Charette de la Contrie (1763 – 1796).
Generale francese fu chiamato “Il re della Vandea” in francese Le Roi de La Vendée. Il suo motto è stato: “combattuto spesso, sconfitto a volte, abbattuto mai”.
Dal libro di Roberto Vannacci il mondo al contrario Cap. VIII “La Patria” e citato in Radici Cristiane, n. 76, p. 30
La Patria
di Roberto Vannacci
Evidenziamo alcune importanti considerazioni sulla Patria fatte dal Generale Roberto Vannacci sul concetto di Patria e presenti nel suo interessante libro “Il mondo al contrario” Cap.VIII “La Patria”: “L’Europa non sostituirà mai la mia bella Italia che preferisco, nel bene e nel male, a qualsiasi altro paese solo per il fatto di sentirla mia e frutto, anche solo marginalmente, di quanto tutti i miei avi abbiano fatto negli anni passati. Ideale che rimane immutato anche al variare della politica perché a combattere e a rischiare la pelle per i preminenti interessi della mia Nazione mi ci hanno spedito sia governi di destra che di sinistra e non ho mai avuto alcun dubbio che la cosa giusta da fare fosse quella di prendere zaino ed armi e tenere fede, con la massima integrità, al giuramento prestato in nome del mio onore ed in nome della difesa della mia Patria. Probabilmente è per questa mia ferma convinzione che non capisco il Mondo al Contrario nel quale viviamo oggi dove la Patria è considerata antipatica, divisiva, scomoda ed a volte anche giudicata pericolosa. Non vi è dubbio, infatti, che il concetto di Patria è ben connesso con quello di civiltà, di cultura, di terra, di etnia, di tradizioni e di specifici valori che sono poco funzionali e comodi per far passare idee come quelle di multiculturalismo, di globalizzazione, di perdita di sovranità e di internazionalismo. E non vi è neanche dubbio che la Patria vada difesa. Una tra le costituzioni più liberali, laiche e democratiche del mondo come la nostra, non solo lo prevede ma definisce “sacro dovere di ogni cittadino” la difesa della Patria (con la P maiuscola)”. La parola “Patria” come Nazione e altre sono diventate parole scomode da eliminare? Il Generale Roberto Vannacci osserva: “Senza parole vengono a mancare anche il pensiero e le idee e, forse, il tentativo di eliminare ogni vocabolo che contenga la parola Patria ha proprio lo scopo di farne svanire il suo concetto ed il suo significato”.
Parole contro-corrente in cui l’autore ci richiama a guardare all’Italia di oggi con sano realismo e in chiusura di capitolo sulla Patria, richiamando a Cristoforo Colombo, conclude: “Il sangue, il suolo, le radici e la tradizione, contrariamente a quanto sostenuto da molti, continuano ad avere il loro perché!“.
Grazie al Generale Roberto Vannacci, che con questo suo coraggioso libro sta destando molti Italiani da un torpore culturale da troppo tempo sopito; (non a caso è al vertice delle classifiche per vendite nelle librerie). Il libro ha forse il “difetto” di esprimere quello che pensa la maggioranza degli Italiani e la “colpa” di richiamare indirettamente il mondo politico e culturale ai propri doveri e responsabilità: evidentemente il dibattito, pur scomodo, era solamente necessario!
Roberto Vannacci (Il mondo al contrario Cap.VIII “La Patria” pag. 219-220-230-231)
Del 3 Settembre 2023