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Calcio Scommesse 2.0 & Sport Virtuale di Andrea Cometti

Calcio nella bufera? Mentre Tonali e Zaniolo lasciano il ritiro della nazionale, indagati con Fagioli dalla procura di Torino e su consiglio della federazione l’elenco dei “giocatorini d’azzardo” potrebbe allungarsi.

Nel nuovo calcio “virtuale” degli onnipotenti procuratori e dei cervellotici Var torna il fantasma del calcio scommesse, anche se in una versione aggiornata ai tempi moderni delle iper-tecnologie digitali e degli algoritmi guardoni.

Come l’uovo di Colombo, tutti gli sportivi e i calciatori in particolare sanno bene che, se il gioco d’azzardo in piattaforme legali non è espressamente un reato, per un calciatore scommettere sulla propria disciplina secondo l’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva lo è eccome! Infatti ne afferma esplicitamente: “il divieto ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa”. Se il reato ordinario poi, si risolve col pagamento di una semplice multa, in ambito sportivo la cosa è assai diversa e la violazione – sempre dell’articolo 24 – comporta: “la squalifica non inferiore a tre anni e l’ammenda non inferiore a 25.000 euro“, con estensibilità all’Uefa e Fifa, cioè anche per campionati esteri.

Il Calcio, lo sport piu’ amato dagli Italiani è ancora quello di un tempo ma soprattutto è ancora uno Sport?

Sembrerebbe ovvio, quindi che non giocare d’azzardo sulla propria disciplina dovrebbe essere regola di “buon senso” prima ancora del citato articolo 24, ma a questi supercampioni del pallone spesso iper-coccolati sembrerebbe se lo siano proprio dimenticato; e se il condizionale è d’obbligo, fin tanto che le indagini non saranno concluse, rimane l’amaro in bocca nel vedere questi giovani talenti rischiare di buttare al vento la propria carriera per un reato tanto stupido, quanto elementare: ma dov’erano, genitori, procuratori e società sportive, mentre questi giovani scommettevano?

Forse questi viziati “giocatorini d’azzardo” sono solo lo specchio della nostra società virtuale, ludopatica e sostanzialmente malata, in particolare nelle generazioni più giovani, in cui un paparazzo “rancoroso” e ben informato, può imbeccare le forze dell’ordine e svelare una situazione che probabilmente tutti sapevano o immaginavano, ma che rischia di gettare tutto il mondo del Calcio e dello sport nella bufera.

E se il Presidente Gravina e il Ministro Abodi inneggiano giustamente alla “pulizia”, il problema sembra essere più profondo e di natura sociale, probabilmente legata alla programmazione della semisconosciuta Agenda 2030, in cui anche lo Sport sembra essere diventato mero strumento di propaganda politica per veicolare i soliti temi della sostenibilità a 360 gradi, dell’emergenza climatica e dell’inclusione (vedi: Strategia di Sostenibilità FIGC – “Strength Through Unity 2030”), ma domanda spontanea: è ancora Calcio questo? e soprattutto è ancora Sport?

Andrea Cometti il 14 Ottobre 2023

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