Dalla inedita Diarchia pietrina, alla Rivoluzione Francescana di Papa “Ignazio” Francesco: come è cambiata la Chiesa Cattolica oggi, ma soprattutto possiamo ancora considerarla la Casa di Cristo?
Sono veramente tanti gli usi e costumi cambiati nella Chiesa Cattolica in questi ultimi decenni, in particolare dall’arrivo sul soglio pontificio del primo Gesuita nella sua bimillenaria storia: Jorge Mario Bergoglio il 13 Marzo 2013, il Papa venuto “Dalla fine del mondo” come da lui stesso enunciato nel suo primo discorso introdotto da quell’inusuale: Buonasera!
Il primo leggendario Papa Nero quindi, essendo il nuovo Papa argentino esponente di spicco della Compagnia di Gesù, ma sorprendentemente subito aggregandosi, o meglio mimetizzandosi con l’ordine Francescano, essendosi per la prima volta auto appellatosi con il nome del poverello d’Assisi, Franciscus e proponendosi al popolo dei suoi sorpresi e un po’ perplessi fedeli, come suo “Umile” servitore ed erede spirituale. E’ stato l’inizio dell’attuale Rivoluzione Bergogliana e infatti ci chiediamo incuriositi: chissà perchè Papa Francesco non pensò invece di Francesco ad un Ignazio, in onore del Santo di Loyola fondatore del suo ordine o magari continuando con la novità del doppio nome – Giovanni Paolo – introdotta da Papa Luciani, optando per un più coerente “Papa Ignazio Francesco”?
Forse per mitigare o nascondere furbamente il fatto che i Gesuiti hanno l’espresso e assoluto divieto di diventare papa? Mistero della Fede! e misteri della consolidata astuzia gesuita e dei Sacri palazzi, come tristi e misteriose sono state le dimissioni del suo scomodo predecessore, con quel tristissimo volo in elicottero con cui lasciò il Vaticano alla volta di Castel Gandolfo: come sappiamo, Papa Bergoglio è subentrato al dimissionario o dimissionato che sia, Papa Ratzinger dando inizio ad un irrituale pontificato con Due Papi – il secondo caso dopo Celestino V del 1294 – di cui uno “Emerito”, ruolo all’uopo creato; fino al ritorno alla Casa del Signore del 95enne Papa Tedesco avvenuta circa un anno fa, il 31 Dicembre 2022 e ponendo fine a questa paradossale e sostanzialmente inedita Diarchia pietrina.
Ora, sul delicato argomento dei Due Papi e del “Gran Rifiuto” di Papa Ratzinger necessita una parentesi d’obbligo, in quanto mette in discussione la validità dell’ultima elezione papale, con implicazioni dottrinali fondamentali come l’Una cum Francesco nelle Messe e la validità delle nomine sacerdotali e dei relativi sacramenti da questi impartiti all’ormai spaesato popolo dei fedeli: negli ultimi anni, alcune osservazioni sull’invalidità delle dimissioni di Benedetto XVI sono state sostenute da taluni studiosi, richiamandosi ad una “Sede impedita” e che Papa Ratzinger abbia volontariamente commesso errori nella declaratio di rinuncia, ipotesi tra l’altro molto ben documentata e plausibile. E se lo stesso Mons. Georg Gaenswein suo ex segretario personale ed esecutore testamentario dopo la sua morte sull’argomento ha dichiarato: “Il diavolo in Vaticano ha agito contro Benedetto XVI“, qualcosa avrà voluto pur dire.
Sull’argomento nessuno ha poi preso in considerazione l’ipotesi di una concordata “Staffetta Papale” tra i due Pontefici, magari ben orchestrata e programmata da Cardinali pontieri – come avviene spesso in politica -, essendo che Papa Bergoglio nel “Segreto” conclave del 2005 che elesse Ratzinger, sembra sfiorò per una manciata di voti la fatidica elezione e chi potrebbe saperlo meglio di loro due soli questo indicibile patto segreto, che giustificherebbe da solo “il Grande Rifiuto” di Benedetto XVI?
Solo un’ipotesi? ma, già il fatto di dimettersi – come se fosse un Manager d’azienda qualunque – ha fatto storcere il naso in molti e l’aver avuto poi un atteggiamento molto accomodante ed avallante nei confronti di Papa Bergoglio lascia aperte ben altre ipotesi sulle reali decisioni del sibillino Benedetto XVI, che però al contempo non invalidano, ma anzi rafforzano le tesi “Complottiste degli Una cum Francesco”: lo stesso Benedetto XVI interrogato sul perché continuasse a indossare l’abito talare bianco proprio del Papa, avrebbe risposto con teutonico umorismo sostenendo che nell’armadio “Non vi fossero altri vestiti”! Sagace intelligente ironia di uno dei più grandi intellettuali del secolo scorso o presa di coscienza dello Status quo di una Chiesa in evoluzione e crisi, figlia dei suoi tempi: ovvero di un sostanziale collaborazionismo da parte dell’ultra-tradizionalista Ratzinger con il “modernista” Bergoglio?
Come aveva osservato il fine filosofo Giorgio Agamben nel suo illuminante libretto del 2013: “Il mistero del male. Benedetto XVI e la fine dei tempi” già nel 1956 il giovane teologo Joseph Ratzinger sosteneva che: “Il Cristo e l’Anticristo convivono indissolubilmente nella Chiesa, e ciò sino alla fine dei tempi, quando il Messia sarà nuovamente rivelato” interpretando il “Gran Rifiuto” di Papa Ratzinger non come gesto di rifiuto ma, al contrario di accettazione, di assunzione del dramma del male, nella consapevolezza che solo in tal modo sia possibile agire nella storia. Dimettendosi, secondo Agamben: “Benedetto XVI ha dato prova non di viltà, ma di un coraggio che acquista oggi un senso e un valore esemplari» e l’esemplarità e il vero motivo della sua rinuncia risiede proprio in questo: essa vuole mostrare la presenza dell’Anticristo nel corpo di Cristo e contemporaneamente evidenziare come il corso della storia non sia immutabile e la Chiesa solo rendendosi consapevole della propria natura bipartita potrà intervenire realmente in essa, a patto di esercitare autenticamente il proprio ruolo. Insomma l’eterna problematica legata al Bene e al male e il sommo teologo Ratzinger aveva capito tutto fin da giovanissimo con gran merito di Giorgio Agamben di averlo spiegato così bene.
Ma tornando alla Vexata quaestio: se possiamo considerare l’attuale Chiesa Cattolica, ancora la Casa di Gesù Cristo? Non possiamo non partire dall’evento cardine nell’evoluzione recente della Chiesa, ovvero il Concilio Vaticano II (1962-1965), che in barba alle pompose Ermeneutiche Conciliari non fu un banale aggiornamento teologico, ma bensì un vero e proprio stravolgimento della dottrina, che trasse in inganno non solo molti fedeli, ma perfino molti sacerdoti e forse anche Papi dell’epoca: invero il rischio del modernismo l’aveva già denunciato ampliamente San Pio X Papa Sarto, ma con il Vaticano II (curiosa la concomitanza con il ’68) e la “Svolta antropologica” con l’uomo che si fa: dio di se stesso, si impone ufficialmente a 360 gradi una Chiesa nuova di Zecca.
Certo, le aspettative di rinnovamento e le speranze erano molte all’epoca, ma grazie ad un subdolo modus operandi di collaudata abilità gesuitica basato su piccoli graduali cambiamenti e silenziosi aggiustamenti liturgici, l’operazione stravolgimento, che dura a tutt’oggi si è quasi completamente realizzata, rendendo di fatto la Chiesa di Cristo, praticamente irriconoscibile, soprattutto per le vecchie generazioni di Cattolici.
Nel dettaglio, l’elenco delle modifiche è interminabile e parte subito dopo il Vaticano II fino ad oggi, ne citiamo solo alcune: dalla riforma della Messa con il celebrante rivolto faccia a faccia verso l’assemblea degli astanti, alla riabilitazione dei “Fratelli Maggiori” dall’accusa di Deicidio (Nostra aetate), all’abolizione del vetusto Latino, fino alla recente incredibile modifica dell’unica preghiera dettata da Gesù stesso: il Padre Nostro. E ancora, quel modo appariscente di pregare Ecumenista: aprendo le mani come ebrei e musulmani, che sta sostituendo quello classico a mani giunte, al Saluto di pace diventato “Una caciarosa pausa caffè”, fino alla controversa Comunione data in mano: lasciando il Corpo di Cristo alla mercè del destino.
Chiudiamo l’elenco, ricordando la poca chiarezza sulla Cremazione dei corpi un tempo biglietto da visita Protestante, con l’implicazione del destino dell’anima: diventata oggi miracolosamente ignifuga e l’intronizzazione della dea Pachamama, subdola alternativa mondialista alla Madre del Signore, fino all’ultima trovata della Benedizione Gay, ma soprattutto – Funerali Laici – a parte, quell’odiosa abitudine di applaudire in Chiesa, che sembra sia diventata, non una moda transitoria, ma proprio parte di una “Nuova anarchica liturgia pagana” per esorcizzare la morte.
In merito ricordiamo il pensiero illuminante e pastorale richiamo di alcuni Papi e grandi Santi, dall’ “Emerito” Benedetto XVI, nella sua Introduzione allo Spirito della Liturgia: «Là, dove irrompe l’applauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo religioso», a San Pio da Pietralcina: “Sul Calvario c’erano quelli che applaudivano la morte di Cristo: i soldati e i demoni” fino a San Giovanni XXIII, Papa Roncalli durante un incontro con i fedeli ad Ostia nel 1963: “Sono molto contento di essere arrivato fin qua ma, se vi debbo esprimere un desiderio ed è quello che in Chiesa non gridiate, non battiate le mani e non salutiate neanche il Papa, perché templum Dei, templum Dei. Ora, se voi siete contenti di trovarvi in questa bella chiesa, immaginate se non è contento il Papa di vedere i suoi figliuoli. Ma appena li vede i suoi figliuoli mica batte loro le mani in faccia. E questo che sta davanti a voi è il successore di San Pietro” e lo stesso San Pio X, Papa Sarto aveva proibito gli applausi a se stesso in San Pietro: “Non liceat applaudire il Servo nella casa del Padrone”.
Certo, a questo punto viene da chiedersi se l’odierna Chiesa “Ufficiale” dei Cattolici, quella per intenderci che detiene il Copyright Christi sia ancora la Chiesa del suo fondatore Gesù Cristo: sacrificando con diabolico autolesionismo la propria “Identità”, a forza di ritocchi e modifiche per adeguarsi alle mode del Mondo ed alle altre religioni ci si è dimenticata sbadatamente della Propria, stravolgendo quel semplice: “Io sono la via, la verità e la vita” in piena rottura con il Depositum Fidei tradizionale; con la maggioranza di una gerarchia Cattolica e di uomini di Chiesa sorda al sacro dovere di conservare e poi restituire e trasmettere intatto quanto Gesù e i suoi Apostoli ci hanno affidato. Oggi è normale nascondere il Bambinello nei presepi o il crocefisso nelle scuole, oggi, è forse proprio il caso di dire: la Messa è finita, andiamo in pace !
Andrea Cometti il 23 Dicembre 2023