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Il biografo di Ratzinger, Peter Seewald, scrive a “Duc in altum”

La salute di Benedetto XVI, l’insonnia, le dimissioni. Il biografo di Ratzinger, Peter Seewald, scrive a “Duc in altum” di Aldo Maria Valli

Cari amici di Duc in altum, il 5 maggio scorso Andrea Cionci ha pubblicato un articolo [qui], intitolato Un sonnifero di troppo per Benedetto XVI: la lettera originale, nel quale, con il permesso di Peter Seewald, propone l’originale della lettera inviata da Benedetto XVI al giornalista tedesco il 28 ottobre 2022, un mese prima della morte. Al centro della lettera ci sono le condizioni di salute del papa e in particolare il problema dell’insonnia, che perseguitava Joseph Ratzinger da tempo e che lo stesso Ratzinger, nella lettera, mette in risalto come motivo principale della sua decisione di rinunciare al pontificato.

Ecco il testo della lettera inviata dal papa a Seewald e commentata da Cionci nel suo articolo.

Caro signor Seewald,

sono lieto di rispondere alla domanda riproposta nella sua lettera del 17 ottobre se le mie dimissioni (Rücktritt) siano state un errore.

Posso ben capire, vista la mia longevità e l’apparente sufficiente salute di questi anni, che ci si chieda se io non sia semplicemente scappato dalla croce per rendermi la cosa troppo facile.

Su questo rispondo che io, anche pensando in modo sobrio e riflessivo, arrivo sempre allo stesso risultato. Non ero più in grado di esercitare adeguatamente l’ufficio di rappresentante di Gesù Cristo sulla terra.

Il motivo centrale era l’insonnia, che mi accompagnava ininterrottamente dalla Giornata mondiale della gioventù 2005 a Colonia.

Inizialmente, il mio medico non si preoccupava di usare anche mezzi forti che all‘inizio garantivano la piena operatività il giorno successivo. Però raggiunsero i loro limiti e furono sempre meno in grado di garantire l‘operatività.

Durante il mio viaggio apostolico a Santiago di Cuba, nel marzo 2012, mi sono svegliato la mattina dopo la prima notte e, come al solito, ho usato il mio fazzoletto e mi sono accorto che era completamente intriso di sangue. Devo aver urtato qualcosa in bagno ed essere caduto.

Grazie a Dio, nel team di medici che mi scortava c’era un chirurgo estremamente apprezzato che sapeva come trattare la cosa in modo che non diventasse evidente.

Ma il problema rimaneva, e il mio nuovo medico personale mi spinse a ridurre i sonniferi e mi disse anche che in futuri viaggi avrei dovuto essere attivo solo al mattino, mentre il pomeriggio avrei dovuto rimanere completamente senza attività esterne.

Era chiaro che ulteriori provvedimenti potevano essere applicati solo per un breve tempo.

Il prossimo evento oltre mare che mi attendeva era la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro (22-29 luglio 2013). Era chiaro che in queste circostanze, non potevo più gestirlo, ma che un nuovo Papa avrebbe dovuto assumersi il compito.

Ciò significava che dovevo dimettermi prima di Pasqua 2013.

Queste dunque le parole di Benedetto XVI nella lettera inviata a Seewald. Lettera che Cionci interpreta arrivando alla seguente conclusione:

Papa Benedetto certo non avrebbe citato l’episodio della caduta se non fosse stato da mettere in stretta relazione col discorso sonniferi-insonnia. La sintomatologia descritta, in tale contesto, riguarda un’assunzione eccessiva o combinata di farmaci che agiscono sul sistema nervoso, con i rischi fatali sopra citati. È quindi del tutto verosimile che un simile incidente possa essere stato indotto da personaggi esterni che, durante quel viaggio, erano riusciti, poco tempo prima della notte del 26-27 marzo 2012 a somministrargli furtivamente delle altre benzodiazepine, degli oppiacei, o altri farmaci in modo da mandarlo in “overdose” quando Benedetto XVI, prima di coricarsi, avrebbe assunto il suo abituale (e già alto) dosaggio di sonniferi.

Prosegue Cionci:

Papa Benedetto non racconta, infatti, di essere stato lui stesso a sbagliare la dose di farmaci autosomministrandoseli e certo non poteva essere stato il suo team medico a prescrivergli questo eccesso di sonniferi, perché il papa affermava che, fin dal 2005, i sonniferi da tempo gli facevano poco effetto in quanto erano già al limite consentito. Apparirebbe quindi del tutto opportuno che, subito dopo l’”incidente”, il suo medico personale lo avesse sollecitato a diminuire i sonniferi, per precauzione, in modo da evitare il rischio di overdose per sovradosaggi “indotti”. La raccomandazione di astenersi, nel pomeriggio e durante i viaggi, dall’avere contatti esterni, avrebbe evitato, di fatto, che malintenzionati potessero somministrare al Papa qualche farmaco in un orario a ridosso dell’assunzione degli abituali sonniferi serali, cosa che avrebbe sortito un effetto collaterale pericoloso. Se per malaugurato caso, il papa avesse assunto tali farmaci “non previsti” al mattino, infatti, avrebbe comunque avuto tutto il pomeriggio per smaltirne l’effetto, ed evitare così l’overdose serale. I medici del team che lo accompagnavano a Cuba, continueranno ad assistere per anni papa Ratzinger anche da emerito, segno che godevano della sua piena fiducia e sono quindi al di fuori di ogni sospetto.

E ancora:

Si capisce, in tale lettura, perché Benedetto non avrebbe potuto gestire un altro viaggio all’estero: sarebbe stato troppo rischioso.  Si spiegherebbe anche la stretta riservatezza della lettera inviata a Seewald. Quindi, con alta probabilità, al centro delle dimissioni di papa Benedetto, come motivo centrale ci sarebbe stata sì l’insonnia, ma non come semplice fastidio in sé, bensì come un suo punto debole intorno al quale avvenne qualcosa di molto più preoccupante: un vero e proprio attentato, o un semplice “avvertimento” tanto da fargli capire che era giunto il momento di uscire di scena. Così lui, per difendere la Chiesa, si è tolto di mezzo, ma senza abdicare e applicando il congegno antiusurpazione della sede impedita.

“Un vero e proprio attentato” o “un avvertimento” per far capire al papa che era venuta l’ora di farsi da parte. Questa la tesi di Cionci, che poi su questa base costruisce l’idea della sede impedita.

A fronte di questa analisi, ho voluto sentire il parere di Peter Seewald, una delle persone che più hanno frequentato e meglio hanno conosciuto Benedetto XVI. E il giornalista tedesco mi ha così risposto:

Caro Aldo Maria Valli,

la ringrazio per il suo gentile messaggio con il riferimento all’articolo di Andrea Cionci. Cionci mi aveva chiesto la lettera e mi aveva detto che non era ancora stata riportata in Italia. Non ci ho pensato molto. Non potevo certo immaginare che la lettera del Papa emerito potesse essere usata nel modo in cui lei mi ha detto. Sono sconcertato.

La lettera non è sconosciuta. È stata pubblicata per la prima volta sulla rivista tedesca Focus nel febbraio 2023. Ho deciso di farlo per contrastare le speculazioni ancora virulente sulle dimissioni forzate del Papa tedesco. Questa speculazione era anche legata all’affermazione che Benedetto XVI non si era mai dimesso dalla sua carica. Questo contraddice tutto ciò che so di e su Papa Benedetto, e naturalmente anche l’intenzione del Papa, così come le circostanze dell’epoca e quindi la verità storica.

La teoria dell’assassinio è una vera e propria baggianata. In realtà, la salute del Papa era molto cagionevole. Le pillole avevano lo scopo di aiutarlo a gestire in qualche modo il carico di lavoro quotidiano. Aveva preso in considerazione l’idea di dimettersi presto, ma alla fine fu il declino delle sue forze a costringerlo a farlo. Non vedeva in sé il carisma che aveva portato il suo predecessore Giovanni Paolo II a prevedere la sua morte in carica. Tutto questo è testimoniato nel nostro libro Ultime conversazioni. E anche nella lettera molto confidenziale che ho deciso di pubblicare dopo la morte del Papa. Come ho detto, proprio per lo stesso motivo, per contrastare le speculazioni e le teorie cospirative. Non potevo immaginare che ora questa lettera sarebbe stata interpretata in modo esattamente opposto. Si tratta di un evidente abuso, che condanno con la massima fermezza.

Caro Aldo Maria Valli, può utilizzare questa mia lettera. È importante attenersi alla verità. Nella sua teoria, Cionci omette anche di dire che Papa Benedetto era già caduto e si era ferito durante il periodo in cui era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Per non parlare dell’ictus che ho descritto nella mia biografia e che gli ha causato molti problemi.

Peter Seewald

Riporto qui sotto anche l’originale tedesco della lettera che mi è stata inviata da Peter Seewald.

Lieber Aldo Maria Valli,

vielen Dank für Ihre freundliche Nachricht mit dem Hinweis auf den Beitrag von Andrea Cionci. Cionci hatte mich um den Brief gebeten und mitgeteilt, darüber sei in Italien noch nicht berichtet worden. Ich hatte mir keine großen Gedanken darüber gemacht. Schon gar nicht konnte ich mir vorstellen, dass das Schreiben des emeritierten Papstes in der Weise verwendet werden könnte, wie Sie mir das mitteilen. Ich bin entsetzt.

Der Brief ist nicht unbekannt. Er wurde erstmals bereits im Februar 2023 im deutschen Magazin „Focus“ veröffentlicht. Ich hatte mich dazu entschieden, um den noch immer virulenten Spekulationen über einen erzwungenen Rücktritt des deutschen Papstes entgegenzutreten. Mit diesen Spekulationen war ja auch die Behauptung verbunden, Benedikt XVI. habe sein Amt in Wahrheit nie aufgegeben. Das widerspricht allem, was ich von und über Papst Benedikt weiß – und natürlich auch der Absicht des Papstes, sowie den damaligen Umständen und damit der geschichtlichen Wahrheit.

Die Anschlag-Theorie ist wirklich Humbug. Tatsächlich war der Papst gesundheitlich schwer angeschlagen. Die Tabletten sollten ihm helfen, sein Tagespensum noch einigermaßen schaffen zu können. Einen Rücktritt hatte er schon früh in Betracht gezogen, am Ende waren es die nachlassenden Kräfte, die ihn dazu zwangen. Er sah für sich nicht das Charisma, das seinen Vorgänger Johanns Paul II. dazu bewog, seinen Tod im Amt zu erwarten. All das wird bezeugt in unserem Buch „Letzte Gespräche“. Und eben auch genau in jenem vertraulichen Brief an mich, zu dessen Veröffentlichung ich mit nach dem Tod des Papstes entschlossen hatte. Wie gesagt aus genau jenem Grund, um Spekulationen und Verschwörungstheorien entgegenzuwirken. Ich hätte mir nicht vorstellen können, dass dieser Brief nun in genau entgegengesetzter Absicht ausgelegt wird. Das ist offensichtlicher Missbrauch, den ich aufs Schärfste verurteile.

Lieber Aldo Maria Valli, sie können meinen Brief gerne verwenden. Man muss bei der Wahrheit bleiben, das ist wichtig. In seiner Theeorie unterschlägt Conti im Übrigen, dass Papst Benedikt auch schon in seiner Zeit als Präfekt der Glaubenskongergation gestürzt war und sich dabei verletzt hatte. Nicht zu vergessen sein Gehirnschlag, den ich in meiner Biografie beschrieb, und der ihm sehr zu schaffen machte.

Peter Seewald

Attentato? Avvertimento? Assassinio? Peter Seewald, biografo di Benedetto XVI e frequentatore abituale della residenza di Joseph Ratzinger durante il periodo trascorso lì dal papa come emerito, dice che sono tesi prive di fondamento e che “è importante attenersi alla verità”. Chi costruisce tesi fantasiose, conclude, commette “un evidente abuso” che va condannato “con la massima fermezza”.

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Vedi anche: https://www.aldomariavalli.it/amp/

Del 17 Maggio 2024

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