A poche ore dalla conclusione di questa 106esima edizione di Pitti Uomo, il numero di presenze complessive si avvia a raggiungere gli 11.500 compratori, con una percentuale estera che arriverà al 46%. In totale i visitatori in Fortezza hanno superato le 15.000 presenze di Russia News
Un’edizione di Pitti Uomo che ha visto svolgersi anche un ricco calendario di eventi, in Fortezza e in città, con grande partecipazione e attenzione da parte degli oltre 1.000 giornalisti e operatori media arrivati a Firenze. A partire dall’evento speciale di apertura di Paul Smith, il fashion show della Guest Designer Marine Serre, la presentazione col debutto del menswear di Plan C e la prima sfilata in assoluto di Pierre-Louis Mascia. E poi i tanti debutti, i lanci e le anteprime, le celebrazioni di questa edizione, in cui l’internazionalità è stata una cifra distintiva anche delle tante collaborazioni e progetti speciali – da Scandinavian Manifesto a J Quality, fino alla novità China Wave – presentati con successo da Pitti Immagine in Fortezza.
“I primi dati sull’affluenza finale – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – indicano che dopo il grande aumento dello scorso giugno, 20% sul 2022, i compratori esteri registrano una lieve crescita, a raggiungere le 5.300 unità. La conferma dei buyers internazionali – quelli che fanno il mercato e indicano la direzione – sono indicatori importanti per gli espositori, danno fiducia e prospettiva. Il numero delle affluenze italiane invece non conferma i risultati del 2023, diminuiscono del 7%, ma devo dire che questo era ampiamente previsto, considerata la chiusura di tantissimi negozi in questi ultimi due, tre anni e l’andamento poco dinamico dei consumi interni. L’idea che circola tra operatori e commentatori è che – contando su un relativo allentamento delle tensioni geopolitiche e sugli stimoli all’economia da parte delle istituzioni economiche e monetarie – dobbiamo attendere il 2025 per una decisa ripresa. La qualità delle presenze è alta ci sono i migliori, motivati e intenzionati a far tornare i clienti nei loro negozi e department stores. Da rimarcare quindi, al di là della conferma di Francia, Stati Uniti e UK, la crescita dell’Europa centro settentrionale (Germania a +15% e circa 680 compratori in Fortezza, performance molto buone di Olanda, Austria, Belgio e Paesi Baltici), il sorprendente aumento dell’Europa dell’Est (Polonia, Repubblica Ceca, Serbia, Ungheria, Bulgaria), il consolidamento della ripresa asiatica (anche per i nuovi arrivati come Singapore, Indonesia, Thailandia e Mongolia) e l’exploit di mercati chiave come Turchia e Kazakistan“.
I 15 mercati esteri più presenti a Pitti Immagine Uomo 106 sono, nell’ordine:
Germania, Olanda, Gran Bretagna, Spagna, Giappone, Turchia, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Austria, Belgio, Polonia, Corea del Sud, Russia e Cina.
“Anche questa è una stagione che va affrontata con fiducia e coraggio in modo consapevole e, insieme, con la stessa energia di sempre. Sono contento anzitutto per i miei colleghi – Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine – che hanno proposto collezioni di grande qualità, in termini di manifattura, nuovi materiali e stile: Pitti Uomo, siamo alla 106esima edizione, ancora una volta rappresenta lo stimolo per presentarsi al meglio, per fare innovazione, per confermarsi leader. Naturalmente non possiamo nasconderci la situazione difficile del mercato italiano. E’ vero che la distribuzione italiana di alto livello – i negozi specializzati che fanno tendenza e che per questo sono méta di visite e analisi da parte dei colleghi esteri di tutto il mondo – è presente senza defezioni, ma il problema è la debole dinamica dei consumi interni. Dobbiamo tutti fare una riflessione e capire come aprire una nuova fase di crescita e di fiducia: rappresentanze imprenditoriali e del lavoro, governo italiano, istituzioni europee… La squadra di Pitti è inesauribile nel fare ricerca e scouting, fornire servizi agli operatori, ideare eventi speciali e comunicare. Ma tutti noi, a partire dal sottoscritto, sappiamo quanta strada ci sia ancora da fare. Anche Firenze risponde da par suo: con i luoghi, le persone, le atmosfere, le voci… cioè tutta quella vitalità che è indispensabile per qualsiasi evento basato sui rapporti umani”.
Fonte: https://press.russianews.it/press/ del 16 Giugno 2024