La “democrazia rivoluzionaria” e la “perfetta giustizia”? Il sistema democratico non puó riconoscere alcunché fuori di sè ad eccezione dei contenuti modulari espressi di volta in volta dalla sovranità popolare e perverrà sempre ad una giustizia convenzionale che, aderendo al binomio legalità−legittimità, relega il concetto di giusto ad una mera scelta relativa del potere.
La Lettera Apostolica “Notre charge apostolique” del 25 agosto 1910 del grande Papa san Pio X, pontefice dal 1903 al 1914, costituisce la naturale prosecuzione dell’ Enciclica “Pascendi” del 1907. Se, in quest’ultima, si condannava il modernismo filosofico e religioso, evidenziandone le intriseche contraddizioni, nel documento del 1910 si prende di mira il modernismo sociale e politico.
In particolare, Papa Sarto, facendo il processo al movimento francese “Sillon” (fondato da Marc Sagnier con lo scopo di avvicinare il cattolicesimo agli ideali socialisti), assume una posizione netta contro i filosofi della Rivoluzione ed i filosofi liberali per i quali la fonte da cui promana l’autorità é unicamente il popolo sovrano con la conseguenza che coloro i quali esercitano il potere non lo fanno per propria autorità, ma in quanto delegati dal popolo medesimo.
Inoltre, alla luce di questa premessa ed in nome della “dignità umana”, il “Sillon” auspicava una triplice emancipazione: politica, economica, intellettuale. Nella “città futura”, secondo il “Sillon”, tutti i cittadini sono liberi, compagni, sovrani. Pertanto, l’autorità é tale nella misura in cui è “consentita”.
In realtà, osserva san Pio X, l’eguaglianza giacobina, assunta dal “Sillon”, pretende di svolgere una finta funzione omologatrice e livellatrice che non potrà mai cancellare le differenze esistenti per natura tra gli uomini. Questo atteggiamento, osserva acutamente il Sarto, alla lunga diventa causa di gelosie, attriti e dissidi. Ne la “democrazia rivoluzionaria” sarà in grado di realizzare la “perfetta giustizia”. Infatti, il sistema democratico, che non puó riconoscere alcunché fuori di sè ad eccezione dei contenuti modulari espressi di volta in volta dalla sovranità popolare, perverrà sempre ad una giustizia convenzionale che, aderendo al binomio legalità−legittimità, relega il concetto di giusto ad una mera scelta relativa del potere.
Da ultimo, precisa san Pio X, non c’é fratellanza disgiunta dalla carità cristiana (questa ha una origine massonica), o meglio dall’unione degli Spiriti nella ricerca costante ed incessante della Verità per la quale il Sarto impegnó tutta la sua vita, consapevole com’era dei danni del “soffio della Rivoluzione” sulle anime.
Prof. Daniele Trabucco Costituzionalista il 04 Settembre 2024