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L’islamizzazione integralista dell’Italia?

L’on. Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega e l’islamizzazione integralista nel nostro Paese: la polemica con Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della sera

L’on. Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega, che come sindaco di Monfalcone si è distinta per la sua battaglia contro l’islamizzazione integralista nel nostro Paese, polemizza con Ferruccio de Bortoli che sul Corriere della sera ha presentato una situazione idilliaca della presenza musulmana nel territorio e difeso il modello produttivo dei cantieri navali che la hanno originata senza controlli.

Sostiene Cisint: “Quando si affronta il tema degli stranieri nel nostro Paese negli ambienti del cosiddetto “politicamente corretto” prevale una campagna sistematica di deformazione della realtà e di grave e intenzionale sottovalutazione e minimizzazione dei problemi che accompagnano questa presenza. Ne è un caso esemplare il fondo di Ferruccio De Bortoli che sin dal titolo “La pacifica invasione dei bengalesi a Monfalcone” tende a presentare positivamente le conseguenze dell’arrivo incontrollato di immigrati in città, passati nel giro di una quindicina d’anni da una percentuale insignificante statisticamente ad arrivare ad oltre il 30 per cento, uno su tre, dei residenti, snaturando fortemente l’identità del territorio e provocando seri problemi di convivenza, di infrastrutture scolastiche, sanitarie, abitative, di legalità e sicurezza. Tranne un fugace passaggio di De Bortoli per la presentazione di un libro in una manifestazione letteraria, non si ha notizia di quali elementi concreti di conoscenza diretta di Monfalcone abbia il giornalista per ergersi a giudice, anche se scopo dell’intervento sembra essere soprattutto quello di una difesa incondizionata del modello produttivo consolidato in questi anni nei cantieri navali da parte di una dirigenza dello stabilimento che si è mostrata indifferente alle ricaduta sociali e materiali di questa vera e propria invasione, non pacifica, subita dalla comunità locale nell’inerzia delle amministrazioni di sinistra del tempo. La tesi di fondo è sempre la stessa che giustifica anche i turpi traffici umani via mare e lungo la rotta balcanica: il calo demografico comporta per il sistema economico – industriale e agricolo – la necessità di avere a disposizione braccia umane in quantità e quindi sono sbagliati regole e controlli verso il fenomeno migratorio ed è giusto praticare la politica delle porte aperte a tutti. A Monfalcone, dal 2005 il cantiere navale è ricorso a manodopera straniera in modo indiscriminato dai Paesi più poveri del Mondo, come il Bangladesh senza alcun criterio per la professionalità, la conoscenza linguistica, le radici culturali, la disponibilità di alloggi e di servizi. Questi lavoratori sono impiegati in un sistema di subappalti dove, come dimostrano le indagini della guardia di finanza, si può alimentare lo sfruttamento e il caporalato, con fenomeni di criminalità come il caso di estorsione a cui è stato condannato un esponente islamico locale. A ciò si è aggiunta una norma assurda dei ricongiungimenti facili senza condizioni di realismo sociale, che ha riempito Monfalcone di musulmani che praticano la sharia, con tutte le conseguenze che ne derivano da ogni punto di vista e in particolare si sopraffazione per le donne e per le minori. Il “caso Monfalcone” è diventato un paradigma della volontà che ho perseguito per far applicare la legalità ai centri islamici, operanti al di fuori delle norme urbanistiche e di incolumità pubblica e per aver denunciato e contrastato lazione dell’incombente islamizzazione che si manifesta in tanti atteggiamenti. Invece di dire ‘scusate abbiamo sbagliato modello e siamo pronti a cambiare strada’, si trova sempre qualcuno disposto a lodare ciò che è avvenuto e a giustificare i comportamenti aziendali. Certamente dobbiamo difendere il nostro sviluppo industriale e la nostra crescita economica, ma non è certo la politica delle porte aperte e delle mani libere verso il massiccio arrivo di stranieri il modo in cui ciò può avvenire. Per questo sono fiera di pensarla diversamente da quei commentatori che pontificano il contrario comodamente seduti nelle loro redazioni“.

Ricevuto e pubblicato da Dario Buscema – Accredited Parliamentary Assistant of Mep Anna Maria Cisint il 18 Dicembre 2024

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