Ridotti a soli “Sudditi digitali di un Impero totalitario” e in una guerra fredda tecnologica in pieno svolgimento? Che i leader nel campo dell’I.A. siano gli Usa o la Cina per l’umanità cambia poco; si tratta solo di stabilire chi sono i partner più affidabili del globalismo, ma gli umani restano sullo sfondo, soggetti da manipolare, schiavizzare e modificare nel profondo!
Mentre l’Europa si arrocca in battaglie di retroguardia , difendendo un modello industriale sconfitto dai fatti, altrove si fa sul serio. E’ in corso una vera e propria guerra tra Usa e Cina nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Il vantaggio americano ( Open AI, Nvidia, Starlink, Neuralink) sembra minacciato dall’irruzione del nuovo prodotto di massa cinese, Deep Seek. Tutto corre a una velocità impressionante: il mondo cambia tanto in fretta che è difficilissimo seguire gli sviluppi della situazione e immaginare le immense ricadute sulle nostre vite. Il lancio dell’applicazione cinese arriva una sola settimana dopo che Donald Trump ha annunciato il progetto Stargate che investirà 500 miliardi di dollari in quattro anni per costruire nuovi data center a supporto dei progetti di intelligenza artificiale.
DeepSeek irrompe subito dopo che Washington ha imposto restrizioni all’esportazione in Cina di chip come quelli sviluppati da Nvidia e AMD. Il crollo in borsa dei titoli dei giganti tecnologici americani è stato immediato; il fuoco di sbarramento Usa è partito in termini di difesa della proprietà intellettuale, brevetti e privative industriali. La guerra commerciale extradoganale è innescata dal costo immensamente inferiore degli investimenti cinesi, seguita dall’accusa- fondata in parte- di plagio e di utilizzo improprio di tecnologie americane. Si prevede che le spese di Amazon, Google, Meta, Microsoft e Oracle nel settore dell’ I.A. raggiungeranno quest’anno la cifra record di 274 miliardi di dollari. La spesa è schizzata in alto perché le Big Tech investono in chip sempre più avanzati e in grandi magazzini fisici (data center) in cui archiviarli. La domanda decisiva è se DeepSeek interromperà questa tendenza. Intanto fa irruzione un altro gigante globale cinese, Alibaba di Jack Ma, che ha presentato il suo modello di rete neurale, Qwen2.5-Max. Alibaba sostiene che il suo prodotto è in grado di superare ChatGPT e DeepSeek sotto molti aspetti, avendo accesso diretto a Internet e potendo lavorare con dati aggiornati in tempo reale, generare foto, video, scrivere codici.
La reazione occidentale è stata pesante: dopo l’ingresso di DeepSeek e il duro colpo subito dai mercati finanziari, improvvisamente il prodotto cinese è diventato indisponibile sugli “appstore” occidentali, compresi quelli italiani e violenti attacchi informatici hanno colpito negli ultimi giorni l’azienda cinese. C’è chi sostiene che l’occidente – ovvero gli Usa- incapace di reggere il confronto scientifico ed economico, stia costruendo attorno a sé una cortina di ferro digitale. Intanto la scatola “magica” chatbot di Intelligenza Artificiale DeepSeek appena lanciata ha superato in un colpo ChatGPT. Il motivo? È più economica da sviluppare e più veloce del modello prodotto da OpenAI di Sam Altman. Mentre OpenAI spende miliardi in schede grafiche Nvidia, il costo per DeepSeek sarebbe stato di soli 5,6 milioni di dollari. La Cina ha dimostrato che la formazione dell’IA può essere conveniente: come conseguenza Nvidia ha perso cinquecento miliardi di dollari in valore di mercato, segnando perdite durissime.
La differenza dei costi è impressionante: con prestazioni assai simili, Open AI addebita 7,50 dollari per milione di token, mentre DeepSeek costa solo 14 centesimi; una differenza del 98 per cento. Il token ( gettone, pedina) è un oggetto fisico o un componente necessario per le autenticazioni informatiche dette forti, a due fattori. DeepSeek è scaricabile gratuitamente, a differenza di Open AI il cui costo iniziale è un abbonamento del costo di duecento dollari. Può creare motori di ricerca e chatbot ( software capaci di simulare conversazioni con esseri umani) in appena un’ora senza alcuna codifica. Sa inventare giochi in vari linguaggi di programmazione; funge da assistente personale in modo altrettanto efficace di ChatGPT a un costo assai minore. Tutto ciò usando solo 2.048 chip, un numero molto inferiore rispetto alle decine di migliaia utilizzate da OpenAI. Ora l’industria si sta chiedendo se un numero così massiccio di chip Nvidia sia veramente necessario.
I cinesi hanno sfruttato l’ottimizzazione per annientare i loro concorrenti statunitensi. Si tratta di una bolla, di un segnale, o che altro ? Nell’ultimo biennio Wall Street ha fatto una grande ubriacatura di titoli I.A. Nvidia, OpenAI e ogni azienda operante nel campo dell’Intelligenza Artificiale è stata inondata di capitali, spingendo le quotazioni a livelli altissimi. Una bolla colpita fulmineamente da DeepSeek. Con una frazione del budget americano, ha fornito un modello di intelligenza artificiale che rivaleggia con OpenAI e funziona in modo efficiente su hardware molto più economici. Le implicazioni sono devastanti per l’intero settore. Le perdite in borsa hanno raggiunto i mille miliardi di dollari.
Il lancio di DeepSeek semina il dubbio che la tecnologia cinese non sia così inferiore rispetto alle controparti statunitensi, come si pensava. In più DeepSeek è open source, ossia non protetta da copyright, quindi liberamente modificabile. Di qui la violentissima reazione di chi detiene brevetti e proprietà intellettuali in regime di monopolio, arricchendosi smodatamente alle spalle del pubblico. Che i leader nel campo dell’I.A. siano gli USA o la Cina per l’ umanità tuttavia cambia poco; si tratta solo di stabilire chi sono i partner più affidabili del globalismo, ma gli umani restano sullo sfondo, soggetti da manipolare, schiavizzare e modificare nel profondo. Le Big Tech internazionali concorrono all’implementazione e all’applicazione dell’I.A. in ogni ambito della vita. La concorrenza alza l’asticella degli obiettivi da raggiungere, oltrepassando un limite dopo l’altro.
Lunedì 27 gennaio DeepSeek ha scalzato OpenAI come app più scaricata negli Stati Uniti sull’App Store di Apple. Ciò ha contribuito alla significativa svendita di azioni tecnologiche e al crollo dei titoli. Secondo Marc Andreessen, investitore tecnologico e consigliere di Donald Trump, DeepSeek è per l’America uno choc, un “momento Sputnik” paragonabile a quando l’URSS sorprese gli Stati Uniti mettendo in orbita il primo satellite artificiale nel 1957, dimostrando un livello tecnologico inatteso. Ciò solleva dubbi sull’efficacia della limitazione delle esportazioni di chip dagli Stati Uniti verso la Cina. Non pochi avevano sostenuto che i divieti avrebbero semplicemente costretto i cinesi a innovare in altri modi. Alexander Wang, fondatore della statunitense Scale AI, ha esortato gli Usa a investire, formare, regolamentare e allocare meglio l’energia. “Se gli Stati Uniti continuano sulla traiettoria attuale, rischiamo di cadere e di rimanere indietro”, ha avvertito. Europa non pervenuta, mentre anche la Russia lavora attivamente ad applicazioni di Intelligenza Artificiale Il quadro è tuttavia più complesso di quanto suggeriscano gli eventi degli ultimi giorni , poiché le principali aziende statunitensi stanno mantenendo riservate le loro migliori capacità.
Certo, l’arrivo di DeepSeek è stato un colpo di cannone, il segnale che la guerra fredda tecnologica è in pieno svolgimento. L’approccio innovativo cinese nell’utilizzo di risorse minime, utilizzando una metodologia “mixture of experts”, ovvero separati moduli specializzati attivati solo quando sono necessari, e non una megastruttura di analisi unificata. Il conseguente enorme risparmio nell’utilizzo di risorse consente prestazioni ottimali con hardware più modesto e costi abbattuti, aprendo la porta a una sorta di democratizzazione della tecnologia I.A. L’impatto di DeepSeek ha costretto istantaneamente giganti della tecnologia come OpenAI, Google e Anthropic a riconsiderare le loro strategie. Con uno sviluppo così efficiente e a basso costo, il modello cinese sfida l’idea che siano necessari massicci investimenti per creare un’intelligenza artificiale di alta qualità.
La disponibilità di DeepSeek come progetto open source incoraggia una più ampia collaborazione tra sviluppatori e aziende in tutto il mondo, con progressi più rapidi nel campo dell’intelligenza artificiale. Questo approccio non solo ha permesso a DeepSeek di creare un modello efficiente, ma ha evidenziato la possibilità che paesi con restrizioni tecnologiche, come la Cina, possano competere e addirittura superare l’Occidente in alcuni aspetti dell’innovazione. La democratizzazione proposta da DeepSeek potrebbe segnare la fine del monopolio che le grandi aziende Usa hanno mantenuto sulla tecnologia dell’ I.A. Questa possibilità di accesso alle tecnologie avanzate di intelligenza artificiale potrebbe avvantaggiare piccoli sviluppatori e nuove startup, ma pone anche sfide geopolitiche, poiché la Cina dimostra la sua capacità di innovare nonostante le restrizioni doganali, sfidando l’egemonia tecnologica americana.
Infine, sebbene DeepSeek non sia un’innovazione dal basso, il suo approccio pragmatico al miglioramento e all’ottimizzazione delle soluzioni esistenti dimostra che il futuro dell’intelligenza artificiale potrebbe essere più accessibile e decentralizzato. Questo modello non solo offre un’alternativa a basso costo e ad alta efficienza, ma simboleggia anche un cambiamento di paradigma nel modo in cui l’intelligenza artificiale viene concepita e sviluppata, aprendo le porte a un’era in cui l’innovazione è meno limitata dalle risorse finanziarie e più dalla creatività e dalla collaborazione internazionale. Questa tecnologia potrebbe mettere in discussione lo slancio dei produttori di microprocessori di fascia alta e il potere di determinazione dei prezzi da parte dei giganti americani. I mercati lo sanno: Nvidia ha perso il dieci per cento della capitalizzazione .
Questi sono i nudi fatti che cambieranno ulteriormente le nostre vite. Altro è il giudizio politico, geopolitico, etico. I rischi per la creatura uomo sono crescenti, in termini di autonomia, libertà, sorveglianza, capacità di mantenere un pensiero critico. Ne riparleremo, poiché quello dell’ I.A. è il tema dei temi. Per ora, ci limitiamo a fornire poche notizie frammentarie in uno scenario che cambia continuamente, quasi di ora in ora. Un’unica considerazione , legata all’uso di energia: ne servirà sempre di più , per sostenere la guerra tecnologica dell’Intelligenza Artificiale. Energia da combustibili fossili, da fonti alternative e di ogni altra origine. E acqua, tanta, tantissima acqua. La transizione digitale comporterà, tra le altre cose, una lotta senza quartiere per accaparrarsi le immense risorse idriche necessarie per raffreddare i server che devono telecomandare vorticosamente, a velocità altissima e a colpi di algoritmi, i sudditi digitali dell’impero totalitario dei Gigabit.
Roberto Pecchioli il 30 Gennaio 2025