La follia autolesionista avanza in Occidente: altrove la popolazione aumenta, la gente osserva il nostro suicidio e torna a letto sorridente, lasciando che i morti seppelliscano i morti in nome di Gaia.
La nostra esausta civilizzazione celebra in varie maniere il trionfo della morte. Corre senza fermarsi verso la fine biologica ammantata di nobili fini. Non c’è soltanto l’estensione del progetto di eutanasia ( approdato in Italia con la legge sul suicidio assistito della regione Toscana), ufficialmente avviato nel 2000 dal solito George Soros con il suo Progetto Morte. L’attacco alla vita umana prosegue con la proclamazione a diritto universale dell’aborto (salute riproduttiva nella neolingua globalista) e con la promozione del sesso sterile, omosex e non solo. La perfetta ideologia antiumana è però quella ecologico-climatica. Promossa anch’essa dalle oligarchie mondialiste, maschera il suo disegno di riduzione della popolazione dietro le parole d’ordine dell’ambientalismo estremo, che considera l’essere umano il male assoluto. Gli attivisti più eccitati, seguaci della corrucciata Greta , militanti di gruppi i cui nomi trasudano odio anti umano ( Ultima Generazione, Extinction Rebellion) sarebbero sorpresi di sapere che le loro parole d’ordine sono state inventate dagli stessi oligarchi miliardari che detestano. La Fondazione della famiglia Rockefeller, padrona del petrolio (!!) , attiva dal 1913, ha fondato ben 990 associazioni ambientaliste.
Il nucleo di questa ideologia è che l’essere umano, per volontà di potenza, è nemico del pianeta Terra, ribattezzato con il nome animistico di Gaia. Perciò la sua presenza va drasticamente diminuita, in singolare coincidenza di obiettivi con l’agenda malthusiana delle élite. I più radicali propendono per l’estinzione della nostra specie. Per salvare il pianeta occorre quindi la scomparsa – possibilmente rapida e volontaria- dell’unico abitatore della Terra che abbia coscienza di sé. Il programma, in questa parte di mondo ossessionata dalla freudiana todestriebe (pulsione di morte), funziona benissimo. Basta guardarsi intorno: strade senza bambini, scuole chiuse, altalene vuote. Il deserto avanza a grande velocità. In dieci anni le nascite sono diminuite di circa un quarto.
Anziché lavorare per invertire la tendenza, la cultura dominante (cioè delle classi dominanti) aumenta la pressione per l’eliminazione di vecchi, malati, depressi, di tutti coloro cioè che non servono più al sistema produttivo. Margaret Sanger, fondatrice della più importante organizzazione antinatalista del mondo, Planned Parenthood, scrisse alcuni decenni fa che“la cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa può fare a uno dei suoi figli è ucciderlo”. Apologia dell’assassinio. L’ economista francese alla moda Corinne Maier, nel libro No Kid ( nessun bambino) Quaranta ragioni per non avere figli , lamenta di essere due volte madre. Ci sono molte ragioni contro la maternità: il parto è una tortura, i figli implicano la morte del desiderio, trasformano la madre in un biberon ambulante, allevarli è un fardello pesante ed è difficile liberarsene quando diventano grandi. Inoltre, ecco il movente green , affinché il pacchetto ideologico sia completo: “ogni bambino nato in un Paese sviluppato è un disastro ecologico per l’intero pianeta”. Confessa che “se l’avessi saputo, non avrei concepito”.
Il calcolo economico sconsiglia di avere figli: le abitazioni costano, le tasse aumentano, ci vogliono due stipendi per sostentare una famiglia. Prima ne bastava uno e le madri educavano i bambini a casa anziché mandarli all’asilo nido. La coppia ideale postmoderna (etero o omo, poco importa) è descritta dall’acronimo DINKS ( double income no kids), doppio reddito, nessun figlio. Più consumo, più divertimento (qualunque cosa significhi) maggiore “realizzazione” individuale. Intanto i poveri del mondo continuano ad avere figli anche se non possiedono tre automobili per famiglia, una televisione in ogni stanza e non vanno in vacanza dall’altra parte del globo. Forse proprio per questo. Anche le mode influiscono, ovviamente: è più fashion essere professionisti di successo, le relazioni provvisorie senza impegno sono molto più moderne dell’antiquato matrimonio. Se proprio abbiamo bisogno di affetto, bastano i beniamini a quattro zampe. Campano pochi anni, hanno bisogno di meno cure, si possono tenere sotto controllo.
Oprah Winfrey, stella televisiva americana, influente icona progressista, lo ha riassunto in modo insuperabile: “Non avrei potuto avere la vita e la carriera che ho se avessi scelto di avere figli”. Lascia il fastidio delle piccole pesti ai poveri e agli sfigati. Sincera, non si rifugia nel moralismo ambientale. Il peso dei terrori climatici è sorprendente, divenendo la principale preoccupazione di coloro che affermano di non voler riprodurre la specie e la società. Verena Brunschweiger, scrittrice e attivista femminista tedesca, sostiene che “i bambini sono la cosa peggiore che si possa fare all’ambiente. Sono i più grandi killer climatici e quindi una vita senza figli è l’unica via razionale, etica e moralmente giustificabile per uscire dalla miseria climatica verso cui il mondo si sta dirigendo”. Eh sì, perché per ogni bambino che non mettiamo al mondo “risparmiamo 58,6 tonnellate di CO2 all’anno”. Una bella soddisfazione.
Non possono mancare le opinioni del mondo dello spettacolo, tanto importanti per generazioni non pensanti. La cantante britannica Blythe Pepino, vegana, che ha deciso di non salire più su un aereo e di smettere di guidare per raggiungere rifiuti zero, guida il movimento Birth Strike for Climate ( sciopero delle nascite per il clima) per rispondere efficacemente alla “minaccia esistenziale della crisi ecologica”. Sarà certo una sostenitrice delle smart cities, le città “furbe” in cui non ci si può spostare se non entro i fatidici quindici minuti prescritti dal vangelo green. Miley Cyrus ha dichiarato: “Non porterò nessuno in questo mondo finché non avrò la sensazione che saranno in grado di crescere in un posto dove ci sono ancora pesci nell’acqua”.
In attesa dell’evento, anche la pubblicità fa la sua parte. Nel video di una marca di profilattici compaiono bambini urlanti e anziani abbandonati , mentre una voce tra il suadente e l’allarmato così invita all’acquisto: pensaci due volte prima di avere figli. Il filosofo morale (??) australiano Peter Singer propende per l’aborto postnatale, il nome politicamente corretto dell’infanticidio. Uno dei precursori dell’onda antiumana per motivi climatici fu il biologo Paul R. Ehrlich, autore nel 1968 de La bomba demografica, che profetizzò la morte di fame a causa dell’inquinamento e della sovrappopolazione di centinaia di milioni di persone nel decennio successivo.”C’è troppa gente sul pianeta e chiunque abbia più di due figli dovrebbe essere visto come un pericolo”. Analogo catastrofismo animò il Rapporto sullo Sviluppo del Club di Roma (1972) fondato da personalità legate ai Rockefeller.
Intanto sorgono, soprattutto negli Stati Uniti, associazioni che promuovono l’estinzione umana in nome della conservazione della vita sulla Terra. Il Movimento Volontario per l’Estinzione Umana propone il divieto di riprodursi per raggiungere la graduale estinzione degli esseri umani, “incompatibili con la biosfera”. C’è anche una Chiesa dell’Eutanasia, il cui motto recita “salva il pianeta: suicidati”. Gli assi della proposta di questi gruppi sono non avere figli, suicidarsi, abortire, praticare il cannibalismo per non nuocere ad altre specie animali e, in materia sessuale, compiere solo atti sodomitici per non procreare. Fanatici, certo, ma in linea con l’agenda di lorsignori. Le istruzioni su come uccidersi per asfissia con l’elio furono rimosse dopo che una donna le aveva seguite per suicidarsi.
Un altro caso sconcertante di suicidio “climatico” è accaduto in Belgio, dove un trentenne padre di due figli avrebbe deciso di porre fine alla sua vita dopo aver avuto conversazioni sul futuro del pianeta con un chatbot di intelligenza artificiale. Secondo la vedova, l’uomo era diventato eco-ansioso e aveva scaricato da un’app specializzata l’apparato, chiamato Eliza, che lo avrebbe incoraggiato a suicidarsi dopo che il poveretto aveva manifestato l’intenzione di sacrificarsi per salvare il pianeta. Il giovane conduceva un’esistenza normale sino a quando non venne colto dall’ossessione per il cambiamento climatico. Secondo chi ha esaminato le conversazioni tra l’uomo e il chatbot, Eliza alimentava le sue preoccupazioni, che peggiorarono la sua ansia e si trasformarono in pensieri suicidi.
La follia autolesionista avanza in Occidente e nell’Estremo Oriente occidentalizzato (Giappone, Corea del Sud) . Altrove la popolazione aumenta, la gente osserva il nostro suicidio e torna a letto sorridente, lasciando che i morti seppelliscano i morti in nome di Gaia. Il pianeta che vive, l’uomo che muore.
Roberto Pecchioli il 20 Febbraio 2025