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La grande collusione di Roberto Pecchioli

La palude globale è la somma delle paludi nazionali e nella geopolitica, di cui  l’economia e il commercio sono elementi centrali, esistono solo interessi e la forza per imporli.

Chi ascolta gli araldi del mercatismo misura di tutte le cose ha la sensazione di vivere in un mondo parallelo. Affermano che il mercato non è un meccanismo impersonale scisso da  riferimenti etici. Ammettono che vi è una prevalenza della ragione utilitaristica, ma la esaltano perché sarebbe in grado di armonizzare,  funzionalizzare gli egoismi a fini di benessere. La società di mercato, ripetono, non prescinde da valori comuni tra gli individui. Il termine individui esclude la dimensione comunitaria, mentre l’unico valore comune diventa il consumo, ossia il mercato stesso, una tautologia. La concorrenza è lotta senza esclusione di colpi, disinteresse per l’altro, gara continua. Non sembra il migliore degli ideali, tanto meno può diventare un principio capace di fondare la convivenza con l’ obiettivo del bene comune.

Murray Rothbard- capofila degli anarcocapitalisti- sosteneva l’ assioma di non aggressione secondo  cui nessuno in una società libera aggredirà il prossimo. L’ordine mercatista starebbe in rapporti volontari mossi dal rispetto dell’altro e delle sue proprietà, anteponendo il diritto alla violenza, il riconoscimento dell’altro alla sua negazione. Risibile: moltissime guerre sono state combattute per esclusivi motivi economici, e  l’aggressività naturale degli esseri umani è enfatizzata, non mitigata, dal principio di concorrenza. C’è chi afferma che i mezzi economici, in un mercato efficiente, sono non violenti e rispettosi del diritto. Possono essere egoisti, ma mai aggressivi nei confronti del prossimo perché è nel loro stesso interesse non essere tali. La società liberale esige per sé moralità e finisce col produrre una cultura del rispetto reciproco. Un pistolotto mistificante creduto solo per collusione, ovvero l’azione congiunta della società politica e culturale (sovrastruttura) al servizio del dominio economico ( struttura).

Montesquieu parlò di “dolce commercio” , convinto che le relazioni di mercato portino al miglioramento dell’animo. L’ esempio è tipico di una mentalità strumentale, ipocrita: un commerciante è di norma più cortese di un impiegato delle poste perché esserlo è nel suo interesse. Condotta raccomandata anche da Benjamin Franklin, il cui moralismo si reggeva sul medesimo presupposto: essere onesti produce un tornaconto, almeno in una società sorretta da una morale comune oggi inesistente. Più concreto, Adam Smith ammetteva che non è dalla benevolenza del macellaio che otterremo la carne, bensì dal suo interesse. Frédéric Bastiat  riteneva che in una società di scambi ci si mette al servizio del prossimo perché chi sta sul mercato è a disposizione dell’altro, e il suo successo è legato alla capacità di soddisfare le attese dell’ interlocutore. Pensiero magico. L’unica morale consisterebbe nel tenere fede agli impegni contrattuali, minuziosamente descritti nei codici civili.

Il commercio non è affatto dolce; ne è prova l’intera storia umana. Vero è che il commercio regolato produce prosperità. Ma da questa evidenza scaturisce l’errore di credere che i suoi benefici siano il rimedio universale e che abbiano addirittura la capacità di rendere impossibile la guerra. Nel 1909 l’inglese Norman Angell pubblicò La grande illusione, in cui sosteneva che l’ interdipendenza commerciale ed economica tra le potenze europee rendeva impossibile una nuova guerra. Il libro ebbe successo, ma nel 1914 scoppiò il primo conflitto mondiale, la carneficina che mise in ginocchio l’Europa, avviandone il declino.

Le libere relazioni commerciali non sono l’elisir di Dulcamara, come dimostra la deriva tirannica dell’UE, che ha ormai assunto tratti bellicisti psicopatologici. Nata come spazio commerciale aperto dopo il massacro della seconda guerra mondiale, il suo obiettivo era evitare nuovi scontri creando legami fondati sulle relazioni commerciali. Diventata Unione, ha subito una metamorfosi sino a trasformarsi nel mostro di oggi. Una bestia burocratica  che sostiene in danno proprio la guerra sul suolo europeo. Promuove conflitti interni con l’importazione illegale di milioni di immigrati la cui cultura è incompatibile con la mentalità europea. La sua vita, il suo potere, si nutre dell’indebolimento delle nazioni che la compongono. L’UE è Saturno che divora i suoi figli, a livello geopolitico, giuridico e commerciale.

I vantaggi del commercio sono indiscutibili , ma è una creazione umana, soggetta ai vizi, alle virtù, all’egoismo, alla violenza innata del suo inventore. Il desiderio di acquisire, attraverso il lavoro, il benessere proprio e della comunità avvantaggia chi vi  coopera. E’ la cooperazione a permettere che l’acqua esca dai rubinetti, vi sia cibo nei negozi ed elettricità quando si preme un interruttore. Si chiama bene comune e non c’entra con il mercato sovrano. L’accumulo sproporzionato di denaro e potere da parte di pochi è una minaccia alla libertà. La cosiddetta società civile è un argine insufficiente alla violenza impersonale del mercato. Servono la società politica, i governi e i legislatori, per proteggere la libertà e la sicurezza della comunità. Al contrario, la dimensione pubblica e statuale è aggredita dalle fondamenta e i suoi protagonisti non sono che marionette i cui fili sono tirati da soggetti privati. La più grande collusione della storia.

La concentrazione del potere e della ricchezza in pochissime mani (il contrario del mercato libero!) rende il capitalismo di ultima generazione un pericolo mortale. Un piccolo gruppo di individui ha accumulato una tale potenza che controlla gran parte degli Stati. Un liberale di ferro, Benjamin Constant spiegava nel 1814 che il debito non aveva nell’antichità la capacità di asservire le nazioni. “Il credito non aveva presso gli antichi la stessa influenza: i loro governi erano più forti degli individui. Al giorno d’oggi gli individui sono molto più forti dei poteri pubblici”. Era già chiaro due secoli fa. Da allora questo grumo di banchieri e finanzieri, oggi affiancati dai grandi tecnocrati e dai vertici dei fondi d’investimento, è cresciuto come non era mai accaduto prima .

Un esempio illuminante è la storia di Cosimo de’Medici. Il suo potere a Firenze si basava sulla conquista della supremazia sulla vecchia oligarchia mercantile. Oltre all’economia, controllava le banche, ossia il credito. Fu esiliato e ciò causò una crisi economica per la dipendenza dell’intera società fiorentina da Cosimo. Tornò a furor di popolo e i  Medici diedero alla vita pubblica fiorentina un tono autocratico e, sotto la copertura della prosperità, la demagogia sostituì la democrazia. Eppure Cosimo non ricoprì mai cariche politiche. Attualmente il solo fondo Black Rock controlla attivi per oltre undicimilacinquecento miliardi di dollari. Solo gli Stati Uniti e la Cina hanno un PIL superiore. Ovvia la dipendenza della società politica da un potere così esteso, che spiega il degrado morale delle élite politiche e intellettuali, diventate burattini servili, gruppi dirigenti arrivati ​​al potere già corrotti o disposti a ogni corruzione. Attorno a loro prospera una casta di accademici, scienziati e operatori della comunicazione collusi . Costanzo Preve li definiva la classe dominata all’interno della classe dominante.

Lo strumento che rende possibile la dimensione e l’intensità di questo assetto di potere è la tecnologia, l’immediatezza dello scambio di informazioni.  I governanti dei diversi poteri agiscono in modo coordinato per estrarre capitale economico dai cittadini attraverso le tasse e il meccanismo truffaldino del debito, trasferito anche alle generazioni future. Oligarchia “estrattiva” in grado di espropriare la ricchezza di chi lavora, popoli e  individui. Non lo fa con la consegna di valigette di denaro o con trasferimenti segreti. Accade apertamente, in particolare con la trappola del debito. Collusione con il livello politico come nel piano di riarmo da 850 miliardi dell’ Unione Europea. I fondi non esistono;  verranno creati come prestito al momento dell’ accredito da parte del sistema finanziario. Il rimborso e il pagamento degli interessi, invece, avverrà con denaro vero, spremuto dal lavoro dei popoli d’Europa. La mano che dà, disse Napoleone, è superiore alla mano che riceve. Decide se dare e per quali fini. Ecco spiegato perché non ci sono fondi per la ricerca, la politica industriale, la spesa sociale, sanitaria, educativa.

I governanti politici ricevono mezzi e privilegi, in fondo briciole, come pagamento per aver saccheggiato le nazioni della cui libertà e sicurezza sono responsabili.  Sopportiamo tutto perché crediamo alle menzogne,  sacrifichiamo il senso comune e rinunciamo a ragionare. Domani potrebbe essere peggio: tremiamo davanti agli effetti dell’ intelligenza artificiale nell’intorpidimento della coscienza e del rapporto morale personale con i fatti. La tecnologia, figlia dell’intelligenza, facilita la vita. Ma un’ arma che difende la vita può essere utilizzata per commettere un crimine. E’ la tecnologia a guidare i processi di concentrazione del potere in tutti i settori economici: energetico, bancario, alimentare, militare, industriale, dell’ intrattenimento. Tutto confluisce al vertice della piramide.

I benefici del libero commercio scompaiono quando le aziende raggiungono una certa dimensione. I grandi cominciano a nutrirsi dei più piccoli finché rimangono solo pochi giganti il cui interesse è formare cartelli. Monopoli in cui l’aumento dei prezzi si unisce alla riduzione della qualità dei prodotti e dei servizi. Le grandi concentrazioni diventano mostri affamati, corporations di minotauri. Sovraccarichi di proprietà, cominciano a divorare gli Stati con appetito insaziabile. I profitti devono crescere ad ogni costo e nel breve termine. I governanti politici, impotenti, soci minoritari della grande collusione, non possono fermare i processi in atto, la tirannia che cresce in assenza di sovranità finanziaria e militare, come insegnava Machiavelli cinque secoli fa. E’ bene che qualcuno metta in discussione l’OMS, Usaid, le fondazioni miliardarie di George Soros e Bill Gates, ma l’inerzia impersonale del Dominio è di tale portata che non è possibile fermarla.

La palude globale è la somma delle paludi nazionali. Nella geopolitica, di cui  l’economia e il commercio sono elementi centrali, esistono solo interessi e la forza per imporli. La grande collusione ha esempi eclatanti: la prima multinazionale che comprò Stati interi fu American United Fruit Company, la cui attività principale era il commercio di banane. La corruzione generale che organizzò fece nascere l’espressione repubblica delle banane, lo Stato svenduto a interessi privati. La concentrazione monopolistica è così potente per la collusione con la società politica. Esistono leggi contro le posizioni dominanti sul mercato ma non vengono applicate o sono facilmente eluse. I giganti scelgono dove (non) pagare le tasse attraverso una rete inestricabile di società di comodo e lo schermo di paradisi fiscali creati per eludere imposte e controlli, nascondere legami indicibili e traffici sporchi. Il popolo paga per tutti e si comporta come lo struzzo che nasconde la testa e non vede la spada che gli taglierà il collo. A meno che non prenda coscienza della realtà e lanci un Grande Reset che metta fine alla grande collusione.

Roberto Pecchioli il 14 Marzo 2025

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