Il caso della condanna penale e dell’inabilitazione politica di Marine Le Pen smaschera definitivamente il gioco sporco della democrazia nella sedicente società aperta.
Quando il gioco si fa duro, i tribunali cominciano a giocare. Dalla parte del potere. Quando il gioco si fa duro mercanti e fabbricanti d’armi cominciano a gioire e a fare profitti. Quando il gioco si fa duro i servi del giornalismo e della comunicazione riprendono a mentire senza ritegno. Quando il gioco si fa duro, i politici si guardano attorno per capire a che gioco giocare. Quello del sistema, naturalmente. Quando il gioco si fa duro la bestia è ferita e più pericolosa. Quando il gioco si fa duro i timidi, i moderati, i vigliacchi, i conformisti , i paurosi, giocano a fare i duri sotto le gonne del potere. Quando il gioco si fa duro, i bravi cittadini diventano complici di chi comanda. Come abbiamo visto durante la pandemia. Quando il gioco si fa duro, comincia il gioco della guerra. Che non è un gioco ma permette di chiamare traditore chi non ci sta. Quando il gioco si fa duro, si tolgono le maschere e si diventa ciò che si è. Il gioco della democrazia, truccato dall’inizio, è sospeso; possono giocare soltanto quelli che condividono le regole del gioco.
Il caso della condanna penale e dell’inabilitazione politica di Marine Le Pen smaschera definitivamente il gioco sporco della democrazia nella sedicente società aperta. Karl Popper , inventore del concetto di società aperta, badò a mettere in chiaro che le carte erano segnate. La società liberale, liberista, inclusiva, tollerante, democratica, eccetera eccetera, è aperta solamente a chi ne condivide i presupposti. Per gli altri, porte chiuse. Il gioco non prevede sconfitta, il baro non vuole problemi. E quando il gioco si fa duro torna il realismo di Carl Schmitt, l’alternativa primigenia tra amico e nemico. Se qualcuno mi designa e tratta come nemico non ho alternativa: mi piaccia o meno, sono il nemico.
E’ questa la lezione del caso Le Pen. La figlia del demonio Jean Marie – la cui morte a gennaio fu festeggiata con sabba indegni nella patria dei diritti dell’uomo e del cittadino- è stata condannata a una pesante pena detentiva, con l’umiliazione dell’imposizione del braccialetto elettronico per la libertà vigilata e immediatamente dichiarata ineleggibile. Colpito e affondato, come aveva detto mesi fa Thierry Breton, gerarca francese dell’UE: possiamo annullare le elezioni se i risultati non ci piacciono. Sincero, almeno. Meglio portarsi avanti e eliminare i candidati sgraditi. Quando il gioco si fa duro, le panzane garantiste del tipo “nessuno è colpevole sino a sentenza definitiva” sono abbandonate per l’urgenza di cacciare dal campo chi minaccia di vincere la partita.
Marine era ampiamente in testa a tutti i sondaggi elettorali. Nel merito, l’accusa è di malversazione di fondi europei. Per analoghe imputazioni se la cavò Bayrou, attuale primo ministro di Macron maritato Rothschild. Per gli stessi motivi fu fatto fuori François Fillon, politico gollista inviso alla cupola europoide, favorito alle elezioni che poi incoronarono il primo Macron. Quando il gioco si fa duro, le carte sono truccate dal principio. Lo sa l’inglese Nigel Farage a cui bloccarono i conti bancari personali, lo sanno i diavoli bruni dell’Afd in Germania, in procinto di vedersi negare i contributi pubblici , minacciati quotidianamente di scioglimento del partito votato dal venti per cento dei tedeschi. Nella remota Moldavia galera per gli oppositori della filo occidentale Maia Sandu. In gattabuia il nemico di Erdogan in Turchia. Democrazia, democrazia, in quanto ché comandate voi. Non parliamo della Romania, che ha invalidato le elezioni perché il primo turno era stato vinto da Calin Georgescu, che minacciava di sparigliare il gioco. Georgescu è stato poi definitivamente inabilitato, sempre da provvidenziali tribunali il cui fiore all’occhiello è l’indipendenza. Quando il gioco si fa duro, attenti a ridere delle loro formule virtuose. Non hanno il senso dell’umorismo, anche se espressioni come indipendenza della magistratura, libere elezioni, democrazia sono ormai parole vuote, buone a incantare chi non pensa .
Che cosa pensereste di una partita di calcio in cui si gioca con le regole scritte da una delle squadre, l’arbitro è un dipendente di quella squadra e un paio di giocatori della formazione designata perdente sono stati chiusi negli spogliatoi? Ve lo dico io: vi andrebbe benissimo purché la squadra vincente sia quella per cui fate il tifo. Un tifo drogato, truccato come la partita. Alla maggioranza basta che a subire le ingiustizie siano gli altri. Ingenui, non sanno che presto toccherà a loro. Ipotizziamo che le accuse a Marine siano in tutto o in parte fondate. A parte la presunzione di innocenza sino a verdetto finale- una finzione creduta per emicrania- pensiamo forse che i partiti di sistema abbiano bisogno dei finanziamenti pubblici? Hanno quelli privati, dei giganti economici, delle fondazioni “filantropiche”, della finanza e dell’industria. Gli altri si arrangiano come possono alla faccia delle pari opportunità, altra fiaba per anime belle, ossia sciocche.

Il caso della condanna penale e dell’inabilitazione politica di Marine Le Pen smaschera definitivamente il gioco sporco della democrazia nella sedicente società aperta.
Si narra che un maestro del diritto, Francesco Carnelutti, avesse così scarsa fiducia nei tribunali da affermare che di fronte a un tizio che minacciasse di sottrargli l’orologio per via legale, glielo avrebbe consegnato spontaneamente. Vero o falso, è il sentimento di milioni di persone. La nonna di chi scrive ammoniva il nipote: stai lontano dalla giustizia! Volentieri, ma il sistema ci insegue, ci bracca e vince per manifesta superiorità di mezzi. La via giudiziaria ha spazzato via in Italia nel 1992 un’intera classe politica, eccetto chi aveva avuto l’investitura a governare per conto dell’oligarchia. Sappiamo la fine di Craxi e la trentennale guerra a Berlusconi. Nessuno dei due era un santo, ma i loro nemici non erano migliori.
Quando il gioco si fa duro risulta chiaro che in politica non ci sono avversari ma solo nemici. Contro cui vale ogni arma. Quella giudiziaria è la più pulita. La legge è legge, dicono i virtuosi, al riparo dei cartigli scritti dai dominanti. La legge per gli amici si interpreta, per i nemici si applica, ammetteva Giovanni Giolitti, che al potere, con l’aiutino dei prefetti di polizia, ci rimase vent’anni. La norma è sempre a misura di chi comanda. La giustizia è l’utile dei più forti, disse il servile Trasimaco a Socrate il giusto nella Repubblica di Platone. Lo ha sperimentato lo scrivano sin da ragazzo, quando, militando nel partito sbagliato, gli veniva negata la parola. Naturalmente in nome della democrazia, come oggi si riduce al silenzio per “ discorso di odio” chi non gioca con le carte distribuite dal potere al gioco di cui esso ha fissato le regole. Quell’esperienza giovanile- sei fuori dall’arco costituzionale, dicevano con il dito alzato e l’espressione atteggiata a indignato moralismo- ci ha formato, rafforzato e, perché non ammetterlo, ha cambiato molte nostre opinioni.
Alla libertà ci si affeziona quando ce la tolgono. Perciò osiamo sperare che gli avvenimenti di questi anni, la deriva rapidissima degli ultimi mesi, culminati con il golpe bianco anti Le Pen, facciano riflettere. Un giorno vanno a prendere Bolsonaro in Brasile, un altro Georgescu a Bucarest, poi Marine nella patria dei diritti. In Irlanda un insegnante si è fatto cinquecento giorni di carcere per non essersi rivolto al femminile a un transessuale, in Canada un grande psichiatra è stato condannato alla rieducazione (!!) perché ostile al gender. In questo pezzo di mondo i colpevoli, i malvagi, i fuorilegge sono tutti della stessa parte. Sovranisti, populisti, fascisti ( l’ epiteto che non si nega a nessuno, come la croce di cavaliere) o soltanto uomini liberi.
Oggi tocca a Marine Le Pen; in Ucraina tocca ai giovani che cercano di sfuggire ai reclutatori dell’esercito, gli accalappia-uomini. Domani toccherà a voi, cittadini buoni, timorati del Dio Potere e rispettosi della sua legge. Quando il gioco si fa duro, nessuno può restare neutrale o estraneo. Vi fregheranno ancora di più, vi sottrarranno i risparmi, vi impediranno di usare i vostri soldi. Basterà il kit di sopravvivenza di Ursula. Se siete abbastanza giovani probabilmente vi manderanno in guerra, carne da cannone dell’Europa digitale, oligarchica e finanziaria. Non vi chiediamo nessun atto di coraggio: per voi è troppo. Vi preghiamo soltanto di fare come il ragionier Ugo Fantozzi preoccupato perché la moglie Pina andava spesso dal fornaio. Perquisì coscienziosamente tutta la casa; ovunque trovò panini, pagnotte, filoni e ciriole. Fu allora che gli venne un leggero sospetto…
Roberto Pecchioli il 1° Aprile 2025