Dal 3 luglio 2024, entrerà in funzione la nuova ordinanza della UE che riguarderà le bottiglie di plastica monouso, denominate PET (polietilene tereftalato), le quali dovranno adottare tappi e coperchi che rimangano attaccati al collo dello stesso contenitore
La plastica è un materiale organico che produce contaminazioni a livelli globali e secondo i dati offerti dalla OCSE, nel 2060 la quantità di inquinamento prodotto, potrebbe triplicare, se non si prendono dovute precauzioni nel tempo. Per questo motivo, anche l’Europa corre ai ripari. Dopo l’immissione sul mercato di piatti, posate, bicchieri, cannucce riciclabili e biodegradabili, ora si vira sui tappi delle bottiglie, introducendo il Tethered Cap, pensato per evitare la dispersione nell’ambiente al fine di agevolarne il riciclo.
Un altro duro colpo per l’industria italiana, ai primi posti nella creazione e nel confezionamento di packaging. Proprio nel 2021, nonostante le restrizioni dovute al covid, il comparto aveva raggiunto un fatturato di oltre 8miliardi di euro, superando con un 5,5% in più, quello dell’annata precedente.
Alcune aziende pertanto, hanno anticipato i tempi per non arrivare impreparati: è il caso della San Benedetto, in Italia e della Coca Cola nel mondo. Questa ultima addirittura, ha affermato che, non solo modificherà i suoi tappi, ma rivoluzionerà pure le bottiglie, rendendole riciclabili al 100%. Molti si stanno chiedendo se tutte queste campagne di comunicazione utilizzate dai brand, per sponsorizzare riciclo e riduzioni plastica, siano semplicemente azioni di greenwashing.
Se ognuno adottasse un metodo di consapevolezza e di coscienza civile, con piccoli accorgimenti per evitare che tappi ed altri rifiuti plastici venissero abbandonati nell’ambiente circostante, nelle spiagge o nel mare, si otterrebbero risultati più soddisfacenti per tutti. Un rapporto del WWF ha dichiarato che lo smaltimento della plastica è ancora altamente inefficiente, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale e che circa 22milioni di tonnellate finiscono nel mare ed altrettante abbandonate in discariche pubbliche. Potranno i tappi salvare il mondo? La rivoluzione del SUP (Single Use Plastic), cambierà innanzitutto a livello di immagine come design, ma anche l’approccio del consumatore potrà stupire. I dati di Legambiente, rielaborati da Statista.com affermano che il 7% dei rifiuti abbandonati in mare, sono composti da tappi e tale sorte colpisce i grossi mammiferi marini che muoiono spiaggiati.
Betty Scapolan il 1° Luglio 2023