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Intervista al Prof. Andrea Oppo, presidente del Polo Universitario di Oristano

Inaugurato il Polo Universitario “San Domenico” di Roma ad Oristano: “Al momento non esistono SSML in Sardegna e aprire questo polo al centro dell’Isola è un’occasione per tutti”

Intervista al Prof. Andrea Oppo, presidente del Polo Universitario “San Domenico” di Oristano

  1. Cosa vi ha portato ad aprire un Polo territoriale della SSML/Istituto di grado universitario “san Domenico” di Roma ad Oristano?

Le ragioni di simili scelte spesso hanno un’origine casuale: un incontro tra amici o una serie di circostanze favorevoli. La verità è che al momento non esistono SSML in Sardegna e aprire questo polo al centro dell’Isola è un’occasione per tutti. E magari, trattandosi di una Università online, anche per i non residenti!

  • Che cosa vi aspettate da un corso di Laurea triennale in Scienza della Mediazione Linguistica?

Ci aspettiamo un rilancio dell’importanza delle lingue straniere per la società, per l’economia, ma anche per la storia personale di chi le studia. Io dico sempre: imparare un’altra lingua significa cambiare se stessi in modo radicale e, per certi versi, iniziare un’altra vita.

  • Quali indirizzi di studio sono stati attivati?

La mediazione linguistica, per come è intesa in modo particolare dalla SSML San Domenico di Roma, deve inserirsi nel tessuto culturale ed economico del territorio. In Sardegna, oltre alle spiagge e al bel mare, abbiamo un patrimonio archeologico preistorico incredibile e unico, e una micro-impresa agro-alimentare di eccellenza. Ecco, i due indirizzi scelti – turismo archeologico e management dell’agro-alimentare – vanno a implementare questi due ambiti con l’aspetto della mediazione linguistica.

  • Sono previste borse di studio per gli studenti?

Sì, abbiamo già diverse borse di studio messe a disposizione grazie alle varie partnership che abbiamo avviato con diversi settori o consorzi privati del territorio. Questa è certamente una buona notizia per gli studenti che vorranno iscriversi!

  • Quali ricadute si immagina per il territorio regionale e provinciale?

Gliene dico una, magari meno ovvia di altre: la creatività. Imparare le lingue significa anzitutto aprirsi a realtà differenti dalla nostra e portare nuove idee. Non mi aspetto che i nostri studenti siano dei traduttori o degli interpreti impeccabili, quanto che portino qualcosa di nuovo, qualcosa che neanche noi immaginiamo al momento per lo sviluppo del territorio e non solo. Con le lingue straniere si creano ponti. E i ponti fanno entrare delle novità che in una realtà chiusa in se stessa non si potrebbero mai avere.

  • Quale il futuro delle lingue con l’Intelligenza artificiale?

Se per competenza linguistica si intende la traduzione di un testo o l’interpretariato come pura tecnica allora le dico che gli strumenti informatici stanno già soppiantando gli esseri umani. I traduttori professionisti lo sanno molto bene: oggi ci sono software avanzati che lavorano già al livello di ottimi traduttori. E in un futuro prossimo avremo di sicuro degli strumenti tecnologici che sostituiranno interamente anche gli interpreti, diciamo così, “in carne e ossa”. Ma, come ho detto prima, la mediazione linguistica non è un fatto puramente tecnico: significa anzitutto stringere rapporti umani, creare impresa portando idee nuove, fare esperienze nuove, cambiare gli altri e noi stessi. E questi aspetti nessuna Intelligenza artificiale li può fare al nostro posto.

In redazione il 25 Luglio 2024

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