HomeGeopoliticaPolitica EsteraIl presidente siriano Bashar al-Assad ha lasciato Damasco

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha lasciato Damasco

La situazione attuale e i possibili scenari futuri di Russia News

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, l’aereo di Bashar al-Assad è partito per una destinazione sconosciuta, dopo l’offensiva lanciata contro le forze governative da militanti di gruppi terroristici. Il primo ministro siriano Mohammad Ghazi al-Jalali ha dichiarato di non essere a conoscenza della posizione del presidente e del ministro della difesa. Detto questo, la maggior parte dei ministri siriani rimane a Damasco, con il governo che ha ricevuto garanzie di sicurezza dai militanti.

Secondo testimoni oculari intervistati dall’agenzia di stampa russa TASS, a Damasco si sentono intensi spari, mentre formazioni armate avanzano verso il centro della città. Gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo hanno smesso di ricevere e far partire voli.

Al-Jalali ha dichiarato di aver parlato con Assad la scorsa sera del 7 dicembre e di averlo informato della situazione. Lo stesso primo ministro però, contemporaneamente sta interagendo con la leadership di Hayat Tahrir al-Sham, un movimento dichiarato fuorilegge in Russia, i cui membri hanno preso il controllo di Damasco; lui e alcuni ministri sono rimasti nel Paese. Al-Jalali ha dichiarato di essere pronto a collaborare con qualsiasi leadership che sostenga il popolo e ha esortato a preservare le istituzioni statali “destinate a tutti”.

Non si sa al momento se il Ministero della Difesa della repubblica, responsabile delle forze governative, sia ancora operativo. Sempre il primo ministro siriano ha affermato che la questione della presenza militare della Russia in Siria non rientra nelle sue competenze e sarà risolta in seguito dalle nuove autorità. Intanto proprio da parte russa, si fa sapere che la situazione nei pressi della base aerea russa di Hmeymim in Siria è calma, come hanno riferito alla TASS alcuni testimoni. “I nostri militari sono alla base. La situazione è calma. Non ci sono state sparatorie con i militanti“, ha comunicato un testimone al telefono. Secondo i precedenti resoconti, l’opposizione armata siriana avrebbe preso il controllo della città di Jebla, proprio nei pressi della base aerea russa.

Secondo il quotidiano filogovernativo turco, Sabah, il cambio di potere in Siria potrebbe essere seguito dall’attuazione di diversi scenari, tra cui una scissione e una disgregazione del paese arabo.

Un primo scenario di possibili sviluppi in Siria suggerisce la creazione, dopo il rovesciamento dell’amministrazione del presidente Bashar al-Assad, della Repubblica Democratica Siriana, di una alleanza dell’opposizione con varie fazioni e differenze ideologiche. Sebbene tale opzione possa difficilmente essere realizzata, sarebbe supportata da Turchia, Russia, Stati Uniti, paesi europei in quanto consentirà di mantenere l’integrità della Siria, come ritiene l’osservatore dello stesso giornale turco Sabah, Bercan Tutar.

Un secondo scenario (sempre secondo il giornale turco Sabah) implicherebbe la creazione della Repubblica islamica di Siria, con rappresentanti di Hayat Tahrir al-Sham (l’organizzazione terroristica su citata e messa al bando in Russia, che in precedenza era chiamata Jabhat al-Nusra) che costituiscono la spina dorsale del nuovo potere. In questo caso la Siria sarà governata da rappresentanti del Salafi (un movimento dell’Islam sunnita), “che non prova animosità verso Israele o gli Stati Uniti“.

Un terzo scenario, potrebbe essere quello di “uno stato anti-sciita controllato da Israele” fondato in Siria con un focus anti-Iran, con il blocco del movimento sciita Hezbollah con base in Libano e la privazione della logistica e del supporto militare di Teheran sulla base della sua concezione.

Un quarto scenario suggerirebbe la creazione di una Repubblica federativa della Siria guidata dagli americani, che l’autore turco dell’articolo suggerisce “sarà balcanizzata attraverso la divisione in piccoli stati fantoccio“.

Infine il quinto scenario implicherebbe la divisione e la disintegrazione della Siria, secondo Tutar. “Se l’opposizione e i paesi che la sostengono non riescono a raggiungere un accordo se tale scenario viene implementato, la guerra civile in Siria si intensificherà di nuovo, il che alla fine porterà alla sua completa disgregazione“.

Fonte: https://press.russianews.it/press/ del 08 Dicembre 2024

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